Il sisma dell’Aquila

Postato il Mag 16, 2014 in News Blog |

Nella notte del 6 aprile 2009 si è verificato un terremoto che in Italia si dice molto forte, di 5.2 magnitudo che potrebbe sembrare altamente distruttivo, ma nel mondo non lo è affatto se paragonato ai sismi che avvengono nel Giappone o negli USA.
Tale terremoto ha causato dei danni enormi nella città de L’Aquila e in diversi altri comuni limitrofi. Alcuni sono scomparsi, come Onna, completamente inesistenti.
La domanda che sorge spontanea è la seguente: con tutte le conoscenze e tutte le tecnologie note ad oggi non riusciamo ancora a garantire la incolumità delle persone che vivono nelle loro case. Le motivazioni spinte in questi giorni dai media sono state delle più strane e delle più bizzarre, ma nessuna si può avvicinare alla realtà che è sempre un miscuglio di diverse motivazioni che hanno portato alla non curanza del patrimonio abitativo civile e non civile.

Allora cercherò, per quanto possibile, di fare una analisi obiettiva delle cose. Chi deve regolare le costruzioni esistenti e nuove sul territorio è lo Stato. Attraverso le norme si fissano regolamentazioni sul nuovo e sull’esistente. Qui arriva il problema fondamentale che non è stato ancora detto da nessuno. Esistono si delle regole sul nuovo costruito ed anche sul vecchio qualora questi venga modificato, o meglio, quando questi subisca delle variazioni volumetriche, dei cambi di destinazione d’uso o quando ci siano dei provvedimenti privati relativi a manomissione di strutture o di elementi strutturali.

Quindi, cosa manca? Per le automobili che non rispettano le normative di sicurezza attuali, lo Stato (solo per incentivare poche aziende) prevede la sostituzione attraverso procedimenti di rottamazione. Per strutture del 1600 (mettendo per adesso un po’ la parte l’architettura storica) che non rispettano nemmeno in minima parte la più remota normativa (ma per pochi solo la buona regola del buon costruire) lo Stato non si interessa proprio della sicurezza di chi vi abita e di chi potrebbe quasi certamente perdere la vita per una scossa sismica per la quale in Giappone forse la gente non scende nemmeno in strada!!

Non sono previste alcune agevolazioni (come il famoso 36% o 55% di detrazione sul pagamento di tasse – solo ultimamente sembrerebbe che qualcosina si stia muovendo …. ) per chi volesse mettere mano alla struttura (alla caldaia ed al pannello fotovoltaico come pure agli infissi è però ammesso uno sconto di detrazione fino al 55%). Qui sorge un altro punto molto importante. Chi deve, anzi, chi dovrebbe decidere se un fabbricato ha necessità o meno di adeguamento o miglioramento sismico? Certamente non può essere demandato al tecnico di fiducia del singolo proprietario. Allora cosa si può fare? A mio avviso ogni Comune deve istituire al suo interno un pool di tecnici interni od esterni alla struttura comunale che vadano per tutte le case e per tutte le opere civili alla verifica, ma verifica fatta in modo molto serio, per la definizione dell’attendibilità delle strutture.
Non bastano delle indagini a vista, non bastano delle prove localizzate di qua e di la, è necessaria una diagnosi globale oltre che accertamenti che devono rispondere ad accorgimenti definiti da programmi di calcolo molto minuziosi.
Se il pool stabilisce che il fabbricato non resiste alla azione sismica della zona definita dall’ultimo decreto, il 14.01.2008, allora il Comune deve intervenire in partecipazione con il privato per la riparazione sismica dello stesso. Qui si dovranno definire da dove devono arrivare i soldi. Io credo che lo Stato possa definire delle priorità di intervento a seconda dell’azione sismica che viene accertata dallo strutturista. Come è stato fatto per il risparmio energetico, dove si classifica un fabbricato in base a delle categorie di capacità di risparmio, allo stesso modo ogni fabbricato deve rientrare in una categoria di “Capacità Sismica”. Chi vive in una casa, chi vive in un condominio, chi compra una determinata casa deve sapere se la sua struttura può resistere o meno ad un terremoto come quello de L’Aquila. Tale classificazione di capacità sismica dell’edificio deve essere correlata assolutamente in modo proporzionato al costo del fabbricato. La filosofia deve essere molto semplice. Più capacità sismica offre il mio fabbricato più sono sicuro e più sono disposto a pagare.

In Italia, invero, è esattamente il contrario. Un rudere di ogni centro storico di pregio (non so cosa significa avere una casa di pregio storico se poi devo rischiare di perdere i miei figli!!!) che può avere un c.s. prossima allo zero costa molto di più di un nuovo fabbricato della periferia. Assurdo, ma assolutamente vero. La cosa più assurda è l’ignoranza del popolo italiano e soprattutto del nostro Legislatore che fa finta di non sapere che il patrimonio italiano dei centri storici potrebbe fare la stessa fine di quello de L’Aquila. In ogni transazione di immobili, il notaio deve allegare una tabellina che dica chi è stato il tecnico del pool del Comune a definire quella determinata Capacità Sismica del fabbricato in oggetto… quando compro un elettrodomestico di pochi Euro so benissimo se appartiene alla classe A o B o C di risparmio energetico, in modo da farmi una idea di quanto spenderò di corrente elettrica. BENE. Anzi assolutamente MALE. Quando compro un edificio del centro storico o di un altro qualunque posto non so a causa di quale magnitudo posso morire nella mia casa, anche se l’ho pagata 2 milioni di euro. So soltanto che è di pregio, che è storica, che sono stati utilizzati materiali di prima scelta … ma il terremoto non guarda in faccia a tali aspetti.

Credo che ciò sia assolutamente ingrato per una società che si definisce tecnologicamente avanzata. È assolutamente ovvio che probabilmente non è possibile intervenire con un libretto casa in tutt’Italia ed in modo velocissimo. Ma credo che si potrebbe, ad esempio, bloccare ogni vendita direttamente dal notaio se non ho la targhetta con tanto di nome del tecnico del Comune che ha definito la C.S. del fabbricato. Non solo. Se un condomino vuole vendere il box di un edificio di 10 piani, egli deve immediatamente fare accertare al pool antisismico del Comune la Capacità Sismica dell’intero complesso altrimenti non è possibile non solo vendere ma dare l’agibilità ad ogni cambio di utenza (gas, luce, acqua).

dott.Ing. Giuseppe Albano

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